Kate Tempest
Le buone intenzioni
(Frassinelli) pag. 336
Traduzione di S. Vinci
Kate Tempest (nata Calvert) è una giovane donna inglese (Brockley – Londra, 1985) dall’animo impetuoso e dirompente e dalla poetica traboccante rabbia e passione, odio e amore. Si intuisce appieno leggendo Le buone intenzioni (traduzione non completamente condivisibile di The Bricks that Built the Houses), il suo unico romanzo pubblicato in italiano (da Frassinelli) e si ritrova conferma ascoltando la sua musica. Sì, perché Kate Tempest è poetessa, drammaturga, performer e, non da ultimo, cantante, lo scorso 31 maggio, si è esibita sul palco dell’ Apolo nell’ambito del “Primavera Sound Barcelona 2017” raccogliendo unanimi consensi di critica e pubblico. Pare quindi che Kate Tempest riesca ad incantare il suo pubblico (sia esso musicale piuttosto che poetico) così come, attraverso la carta stampata, riesce a far trasparire una scrittura vorticosa e pungente, coinvolgente ed esplosiva. Le buone intenzioni è un libro riuscitissimo, non solo per il fatto di essere ambientato in quella Londra che “Ti arriva nelle ossa […] sicura di sé, consapevole dei pericoli, affascinante” ma anche per l’intensità della descrizione della maniera fisica con cui avvenimenti e sentimenti narrati nel libro vengono percepiti e intimamente vissuti da chi guarda e vive quel momento. Anche gli elementi atmosferici, come il vento e la pioggia, vengono percepiti e ci vengono proposti come aventi una propria fisicità che interagisce con quella delle persone che si trovano in balìa di essi e che considerano il tempo che inesorabilmente scorre come se fosse una porta girevole. Si ritrovano, nella scrittura di Kate Tempest, espressioni “sconquassa-viscere” che riescono a dare l’idea precisa del dolore e dell’intensità dei sentimenti come fossero percezioni fisiche: “Il cuore di Becky le si ribalta fuori dal petto e si mette a correre gridando per la stanza, spargendo sangue su tutti i muri”.
Becky.
Harry.
Pete.
Leon.
Due donne e due uomini le cui vite pian piano si intrecciano lavorativamente ed affettivamente, non senza sorprese e un talento cristallino in grado di riportare la loro storia con maestria direttamente nelle trecento pagine di questo autentico gioiello contemporaneo.
LAURA DE BERNARDI: ho quarant’anni e, da quando ho cominciato a leggere, non ho mai smesso. Sui miei scaffali trovano posto, uno accanto all’altro, senza darsi troppo fastidio, tra gli altri, Wilkie Collins e Stephen King, Cesare Pavese e Chaim Potok, Philip Pullman e Irvine Welsh, John Steinbeck e Roald Dahl, Jack Kerouac e J.K. Rowling… Scrivo, per lo più di libri e letture, e adoro farlo: amo le parole e attribuire alle stesse la giusta importanza e il peso appropriato.