Trio Ciclos
MÓBILES VOL.1 CD
La Kinetic Art introduceva nella scultura, all'interno del quadro e nell'arte tutta il movimento. Uno dei personaggi chiave per il suo sviluppo fu Alexander Calder che attraverso le sue sculture cinetiche denominate "Mobiles" introdusse tra i primi, ritmi e principi del moto cosmico. Inevitabilmente anche la musica si interessò alle possibili commistioni performative in particolare grazie all' estro e alla genialità del compositore americano Earle Brown. Il gruppo paulista Trio Ciclos attratto dalla libertà espressiva offerta dall'arte cinetica sceglie di applicarne alcuni concetti alla sua visione del Jazz e della musica strumentale brasiliana attraverso le sette tracce di questo "Mobiles vol.1" affidando a piano, basso e batteria il compito di dettare nuovi e affascinanti percorsi all'interno della musica improvvisata. L'unica interazione concessa é determinata dall'uso del computer e dell'elettronica, dove i suoni processati permettono al trio di ampliare i propri concetti attraverso uno spettro timbrico dalle infinite possibilità. Le sospese atmosfere di 3 Changes danno la sensazione di tre strumenti appesi ad un filo, agitati dal vento, mentre il groove di basso e batteria di Curacao Mobile lascia lo spazio necessario al piano di Edson Santana di colorarne gli spazi. Lo spettro del rock progressivo anima l'intensa Mobile Rock, dove l'aggressivo drumming di Alex Buck è assecondato dal potente basso di Bruno Migotto. Fields recordings animano la via del "risveglio" di Koan n.2, come i riferimenti all'immancabile nostalgia brasiliana trovano spazio in Mobile Saudade, astratta trasposizione di melodie tradizionali.
La lunga e imprevedibile Mobilibre e la marcia conclusiva di Maxixe definiscono in maniera sempre più chiara e vivida gli obbiettivi del trio, quello di slegarsi dalle convenzioni tanto care al Jazz classico ma anche di affrancarsi da uno stile eccessivamente aleatorio che spesso imprigiona in sterili cliché la musica improvvisata. "Mobiles vol.1" centra l'obbiettivo grazie ad un linguaggio creativo, stimolante e mai banale che per quanto non propriamente facile non dimentica mai che la musica, anche quella d'avanguardia, deve soprattutto coinvolgere ed emozionare, e non solo stupire.