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BADBADNOTGOOD


IV (Innovative Leisure) CD-LP

Ci sono dischi che magicamente riescono nella difficile impresa di essere straordinariamente contemporanei e moderni grazie alla capacità dei suoi interpreti di intercettare le musiche e i suoni che fanno da colonna sonora alla nostra vita di tutti i giorni, quelli che possiamo ascoltare distrattamente nelle autoradio, nei bar o nei club che frequentiamo, quelli che non necessariamente preferiamo ma che senza accorgercene scandiscono il nostro tempo. La black music e l'hip hop, l'easy listening e il Jazz, il punk e il Kraut-Rock sono solo alcune delle influenze riconoscibili nel quarto album di questo insolito collettivo canadese composto dal tastierista Matthew Tavares, dal bassista Chester Hansen, dal batterista Alex Sowinski e dal sassofonista Leland Whitty. Far convivere il minimalismo di Steve Reich, l'elettronica povera e John Coltrane (And That, Too), il Jazz elettrico dei settanta con il dubstep (Speaking Gently), il synthpop dei Future Island e la voce di Samuel T. Herring nella splendida soul ballad Time Moves Slow con lo spettro di Bobby Womack e Gil Scott Heron sono solo alcuni dei tentativi meglio riusciti di accostare l'inaccostabile. La strepitosa collaborazione con il profondissimo sax di Colin Stetson a cavalcare il groove di Confessions Pt.II o ancora il sincopato ritmo di Lavender rimanipolato dal dj e produttore Haitiano Kaytranada sono tra le vette di un disco che non smette di essere imprevedibilmente ecclettico, geniale senza mai rinunciare ad essere estremamente godibile come é nel caso della suadente atmosfera di Chompy's Paradise, Smooth Jazz di gran classe prima dell'esaltante progressione di IV, sintesi di Weather Report e Herbie Hancock prima che la voce dell'MC Mick Jenkins riporti nel presente metropolitano il quartetto con Hissop of Love. La notturna Structure No3 é la perfetta introduzione alla bellissima voce di Charlotte Day Wilson e al soul cristallino di In Your Eyes prima che le percussioni Latin nel "Philly Sound" di Cashmire ci conducano alla fine di un disco che sfrutta i vari clichè di genere per ribaltarne la prospettiva di osservazione riconsegnandoci una musica fresca, vitale e proiettata nel futuro.

 

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