Nils Petter Molvær
BUOYANCY (Okeh) CD/LP Sony Distr.
“Khmer” sul finire degli anni novanta aveva definito in maniera precisa le possibili evoluzioni del Jazz nordico grazie a una innovativa fusione di stili, dall’elettronica al drum’ n’ bass, passando per il Jazz elettrico e la musica etnica. Da quel disco, la produzione del musicista norvegese non si è mai fermata, utilizzando ogni possibile nuovo elemento tecnologico per ibridare la sua personale formula di Jazz.
Turntables, samples, beats e loops sono diventati i tappeti privilegiati sui quali adagiare la sua tromba straordinariamente evocativa. Stian Westerhus, Jan Bang, Eivin Aarset, Bill Laswell, Moritz Von Oswald sono solo alcuni dei nomi prestigiosi che negli anni hanno collaborato ai suoi dischi. “Buoyancy” fin dall’attacco pinkfloydiano di Ras Mohammed chiarisce subito la strada intrapresa da Nils Petter Molvaer e il suo quartetto, per l’occasione composto dalle acide chitarre di Geir Sundstol, dal basso di Jo Berger Myhre e dalla batteria dell’ex Madrugada Erland Dahlen. La direzione psichedelica è sottolineata anche dal groove ipnotico della successiva Gilimanuk mentre la tromba sordinata di Moute Cave introduce al Funk noise di Jackson Reef portando il suono molto vicino ai Material di Bill Laswell.
L’asiatica atmosfera di Puri Jati, straniata dal Banjo di Sundstol è un’esempio della fervida immaginazione del quartetto, costantemente in sottile equilibrio tra tradizione e Avant-garde come in Lamna Reef, dove steel guitar e percussioni indonesiane sottolineano l’inesorabile deriva spaziale . La lenta e intossicata progressione di Amed porta il rock all’interno di “Bouyancy” e dal chaos si passa a sfiorare il silenzio con Martoli Bridge, meditativo solo di tromba in un continuo mutare di ambienti. Le percussioni ancestrali di Kingfish Castle e la quiete estatica di Maddagala sono la parte finale di un disco che potrebbe continuare all’infinito, nella sua “danza intorno al centro” “Bouyancy” è musica rituale, seducente esplorazione di ciò che sta sotto la superficie delle cose come dello spazio infinito e Nils Petter Molvaer il suo meraviglioso maestro di cerimonia.