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Hawniyaz Ensemble


HAWNIYAZ (Harmonia Mundi) CD Ds.Ducale

Dietro la sigla dell’Hawniyaz Ensemble, si nascondono quattro grandi musicisti in grado di costruire uno dei progetti più entusiasmanti di dialogo fra culture confinanti in costante conflitto. Kayhan Khalor è uno dei massimi interpreti del Kamancheh, tradizionale violino di origine iraniana. Khalor, oltre ad essere protagonista nei Dastan e Ghazal, due collettivi dedicati alla musica classica e tradizionale persiana, è membro stabile della prestigiosa Silk Road Ensemble diretta dal violoncellista giapponese Yo-Yo Ma, dal 1998 una miniera di idee su come esplorare il mondo con una visione aperta e moderna. Aynur Dogan è invece una delle più importanti voci curde in terra turca, come turco è anche Cemîl Qoçgirî, virtuoso del Tambur, una sorta di liuto dal manico lungo, strumento addirittura ritenuto sacro nello Yarsanesimo, culto religioso mistico derivato dalla religione islamica, prossimo in qualche modo al Sufismo e ancora praticato nell’Asia centrale.

Completa la formazione il pianista azero Salman Gambarov, versatile artista in grado di spaziare abilmente tra il Jazz e la classica. L’unione o "Hawniyaz", come si direbbe in lingua curda, di un territorio vastissimo come il Kurdistan che attraversa Iran, Iraq, Turchia e Siria risuona nelle evocative e magnifiche melodie di questo disco edito dalla sempre attenta etichetta francese Harmonia Mundi. Storie dolorose come quella di una madre che piange il proprio figlio morto in battaglia, una donna costretta a un matrimonio combinato o ancora due amanti separati durante il massacro degli Aleviti curdi del 1938 sono il registro sul quale la voce struggente di Aynur Dogan trova la sua massima capacità espressiva.

Lunghe tracce dove gli strumenti riempiono gli spazi sconfinati di quegli altopiani, come nelle delicate note pianististiche di Delalè, che anticipano l’arrivo del violino, del Tambur e solo dopo cinque minuti della voce di Aynur. La lenta e intensa progressione ritmica di Rewend, autentico spirito nomade o il diario da un esilio di Malan Barkir sono il percorso tortuoso che ci conduce verso l’estasi trascendente di Ehmedo - Ez Reben Im, magica catarsi rigeneratrice che attraverso la disperazione trova ancora la forza di gettare un ponte di speranza per un popolo e una cultura che ancora non ha smesso di lottare per vedersi riconosciuto quello che gli spetta.

 

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Silk Road Ensemble

 
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