William Tyler
MODERN COUNTRY (Merge) CD-LP
Nella musica non sempre sono necessarie le parole per essere degli ottimi narratori, e la storia del chitarrista e compositore di Nashville, Tennessee William Tyler ne è un perfetto esempio. Collaboratore negli anni di Silver Jews e Lambchop solo per citarne alcuni, nel tempo ha consolidato un’estesa rete di estimatori nell’ambiente alternativo e gli ospiti di questo nuovo album ne sono una dimostrazione. Una band stellare lo accompagna, da Glenn Kotche dei Wilco a Phil Cook dei Hiss Golden Messenger, fino al bassista Darid Gray (Tweedy, Jim O’Rourke).
Musica strumentale estremamente descrittiva, profondamente americana, dotata di una carica evocativa davvero notevole. Nelle sue canzoni passano in lenta dissolvenza le immagini di villaggi rurali nelle campagne del Tennessee o il verde lussureggiante che circonda i fiumi di Eau Claire nel Wisconsin, dove è stato registrato il materiale di questo "Modern Country", prima di essere completato a Nashville. I nove minuti di Highway Anxiety sono un lungo viaggio su strade solitarie, una progressione di chitarre riverberate alle quali si aggiungono stratificate melodie disegnate da una pedal steel sotto l’incedere della batteria.
La cristallina melodia pop di I’m Gonna Live Forever e il fingerpicking elegante di Kingdom of Jones anticipano lo spettro di Ry Cooder nella splendida slide di Albion Moonlight. La psichedelica ripetizione di Gone Clear ha il gusto velvettiano per l’ossessione, prima di evolversi in una coda dal sapore Post Rock.
La meravigliosa nostalgia californiana di Sunken Garden è il preludio alla lunga chiusura di The Great Unwind, dove si sintetizzano tutte le influenze presenti nella sua musica. Il Country che sfuma nella psichedelica, il Kraut Rock di Neu e Harmonia plasmato dalla tradizione.
Quella di William Tyler, è la stessa America evocata dai Pines, quella dei grandi spazi, dello struggente ricordo di cose perdute forse irrimediabilmente, soffocati come siamo dalle tensioni religiose esplose nelle stragi di Orlando o nelle tensioni razziali evocate da Ta-Nehisi Coates nel suo recente “tra me e il mondo” che stanno trovando tristi conferme nei più recenti fatti di Dallas.
Un’ America che tenta di aggrapparsi ancora alla cosa più bella che gli è rimasta, la forza innata e trascendente della natura, trovando nella sua descrizione la chiave più pura e intima per afferrarne ancora uno scampolo di abbagliante bellezza.