Dounia & Marta Collica
SILENT TOWN (ViceVersa) CD
distr. Audioglobe
Dall’eredità dei Kunsertu, precursori in Italia di un meticciato musicale prende forma il progetto Dounia, tre quarti siciliani e un quarto palestinese autori nel 2001 dell’album “New World” e nel 2005 di quel bellissimo disco chiamato “Monkey”, dove accanto al gruppo figuravano ospiti prestigiosi come Riccardo Tesi, Gianni Gebbia, Hugo Race e Marta Collica. A distanza di oltre dieci anni, l’occasione offerta da un concerto condiviso proprio con la cantante catanese da tempo residente a Berlino getta le basi per la realizzazione di questo “Silent Town”, edito da Viceversa, splendido affresco di melodie fortemente mediterranee con uno sguardo tipicamente siciliano, sempre teso verso altre culture. L’intimità fiabesca che riesce a creare la voce di Marta Collica, si fonde con l’espressività tipicamente mediorientale del timbro di Faisal Taher proiettandoci in un immaginario orizzonte culturale dove oriente e occidente si incontrano e dialogano in perfetta armonia.
Musica dell’anima, sostenuta dalle raffinate trame della chitarra di Vincenzo Gangi, dalle percussioni di Riccardo Gerbino e dalla ritmica del contrabbasso di Giovanni Arena. Un’immaginario ricco di suggestioni, fin dall’apertura affidata alla grazia di About Anything, presente già nel disco solista di Marta del 2009, sottilineata da un arco profondo e dalle tabla, le stesse tabla che disegnano la melodia della sognante Days of Light. La misteriosa Silent Town come la malinconica Night Hours potrebbe appartenere al repertorio dell’Arto Lindsay di "O Corpo Sutil" mentre Darabni U Baka già nel disco "Monkey" ha un nuovo arrangiamento, che mantiene inalterato il profumo del Maghreb.
Il gusto per l’essenziale sembra essere il trait d’union tra la mittleuropa di Marta Collica e il mediterraneo dei Dounia, un equilibrio solo in apparenza fragile ma che mette radici forti nella terra come nella conclusiva Malatatanfi, polvere e vento africano che attraversano il mare mescolandosi all’antica terra di Trinacria per un disco intimo, sofisticato e incredibilmente poetico.