Träd Gräs och Stenar
TRÄD GRÄS OCH STENAR 3 CD BOX
(Kemado Records - Anthology Recordings) Distr. Goodfellas
Ci sono miti, magari piccoli, che sono stati tramandati in tempi piuttosto recenti (diciamo dall’inizio degli anni ottanta) prima oralmente, con lo stupefatto passaparola di appassionati, e poi con tante citazioni e testimonianze dirette in rete: i Träd Gräs Och Stenar (Trees, Grass and Stones) sono, con il passare del tempo, diventati un piccolo mito grazie alle loro leggendarie ed incredibili esibizioni dal vivo assolutamente senza barriere! Sono stati alla fine degli anni sessanta, a Stoccolma, gli iniziatori del Do-it-yourself, nella vita e nel loro modo di suonare: due cose inscindibili l’una dall’altra, anzi complementari! La vita, per loro, era un qualcosa di semplice e pratico: arrivavano tutti dal calore, dall’amore e dalla condivisione totale della famiglia e lì sono tornati fondando, come alieni freaks, in Svezia a contatto con la natura, una comune a base di musica, attivismo, cibo, sesso e party………OK, in questo nulla di nuovo sotto il sole, sono d’accordo con voi.
Personalmente li ho sentiti citare per la prima volta a casa di Mike Stax (Editore della rivista californiana Ugly Things tra le altre cose) all’inizio degli anni novanta e poi, successivamente ne avevo letto come una delle indiscutibili fonti di ispirazione di Steve Von Till dei Neurosis ed anche di Michael Gira degli Swans. E scusate se è poco.
Per puro caso mi sono imbattuto in questo magnifico e tanto atteso box e quindi una volta acquistato ed ascoltato con attenzione ho capito tutto quanto letto sul loro conto (non avendo voluto ascoltarli in precedenza in rete ma avendo avuto la pazienza di aspettare che qualcuno, nel mare magnum di ristampe, li degnasse di una nuova opportunita’). Questo collettivo di nomadi musicali senza frontiere, tra anarchia e libero socialismo, che ha dovuto necessariamente scontrarsi con le ristrettezze mentali e con la rigida politica tipica di posti come era la Svezia negli anni settanta ha saputo trasporre magicamente tutta la loro indefinita ideologia del NOI-QUI-ADESSO basata su ideali come la VITA, il PENSIERO, l’AMORE e la LIBERTA’ in un magma sonoro semplice e complesso al tempo stesso. Impossibile costringerli in un genere noto (sia esso Rock) ma piuttosto viene spontaneo pensare ad esempi come i Quicksilver Messengers Service più improvvisati di Calvary ( da "Happy Trails" ) o i Led Zeppelin più etnici di Kashmir (da "Phisical Graffity") ma potrei contemporaneamente citare anche Bruce Palmer del magico "The cycle is complete", il totalizzante John Fahey del mistico "Fast forward voyagers" (Soldier’s choice) ed il Peter Green eterno del capolavoro "The end of the game". Non ci credete? Già, immagino, difficile crederlo. Potrei citare anche le circolari reiterazioni di "In C" di Terry Riley, le esplosioni elettriche di "Tago mago" dei Can come le variazioni ritmiche di "Phallus Dei" degli Amon Dull senza discostarmi di molto dalla realtà. La definizione di genere perde senso compiuto come, concedetemi il paragone forzato, nell’intenso e sofferto saggio autobiografico di Ta-Nehisi Coates (Tra me e il mondo) perde senso cercare una rigida definizione di concetti come razza e popolo. L’unica “cosa” di mia conoscenza che mi sento di accostare per rendere l’idea della loro attitudine e del loro suono possono essere gli americani coevi Beat of the earth del primo, altrettanto mitico,Lp del 1969 ("This record is an artistic statement"), tra l’altro ristampato illegalmente nel 2005 dalla Radioactive Records. Il materiale raccolto in questo piccolo box è tratto esclusivamente da registrazioni dal vivo prese dai master tapes originali (quindi suonano perfettamente!) e tratte tra il 1971 (il primo CD, "Djungelns lag"), il 1972 (il secondo CD, "Mors mors") ed il terzo ("Kom tillsammans") completamente inedito sino ad oggi che comprende registrazioni della fine del 1971 (Solen gar upp, solen gar ner) e la prima metà del 1972. L’incedere è quello di una cruda jam psichedelica che si espande e contrae senza alcuna soluzione di continuità: spontanea, melliflua e magicamente indefinita. Libera!
Si passa dalla mezz’ora abbondante del dolcissimo mantra sussurrato di Amithaba / In kommer gosta (che chiude egregiamente il primo CD) ai più folksy ed elletro-acustici Sangbron e Halsa ulla in apertura del secondo cd, passando per le progressioni acid-blues di Chrisboogie per arrivare sino all’originale e decisamente stonata cover di Last time degli Stones. E si prosegue così tra sussurrate meraviglie (lo sciamanico rock di Dansa mera moder jord (expanded), vera e propria danza rituale propiziatoria) e brevi tuoni elettrici (Rocktrall) sino all’apoteosi lunare di Sommarlaten (bonus track) con le prolungate fluttuazioni elettriche che ci indicano le porte dell’universo, al di la’ del tempo e dello spazio. Vi lascio la totale sorpresa del terzo ed inedito CD garantendovi altre gemme cadute come meteoriti da lontane e sconosciute galassie: perdetevi tra le dinamiche linee di basso di Gryning e le lunari escursioni, come galleggiamenti amniotici, della magica Ragatrall.
Oggi come allora: Leggendari!
FABIO AVARO - Progettista Industriale per vivere, critico musicale (Rockerilla, Rumore, Buscadero,
Bassa Fedeltà, Sottoterra e chissà quante altre) per sognare e, soprattutto, vagabondo delle stelle a tempo pieno.