Abaji
ROUTE & ROOTS (Absilone/Socadisc) CD
Ho conosciuto la musica di Abaji grazie a due raccolte fondamentali, "Desert Blues 2" e "The Diaspora of Rembetiko" uscite qualche anno addietro per l’etichetta tedesca Network. Multistrumentista libanese, trasferitosi in Francia nel 1976 in seguito alla guerra civile nel suo paese, nomade per vocazione, ha attraversato i continenti suonando e improvvisando con musicisti pakistani, cinesi, ghanesi e sudamericani. Ora lo ritroviamo sulla strada che dalla Grecia porta in Anatolia, sfiorando la Siria per risalire fino all’Armenia e al Caucaso. Una narrazione attraverso strumenti tipici come il Duduk dell’armeno Vardan Grigoryan o il Kabak Kemane del turco Mahmut Demir, accompagnamento ideale per l’oud, il clarinetto, il flauto o il bouzouki tutti suonati dallo stesso Abaji.
Cinque lingue diverse (francese, greco, turco, armeno e arabo) per portare un messaggio di pace e tolleranza in un territorio martoriato. Le tristi storie di bambini strappati dalle loro case, dalle famiglie e dal loro paese (Ana Lwalad/ Io sono il figlio) sono purtroppo temi strettamente legati all’attualità, ma Abaji ha il dono di infondere la speranza, anche servendosi dell’auto ironia (L’Oriental dèsorientè). Lontano da certe convinzioni assolutiste di un certo radicalismo crede alla possibilità di un dialogo interreligioso, così salmi e litanie sacre (Armenian Prayer) possono convivere con le storie di un antico quartiere di Istanbul (Kadikoi). Registrato in presa diretta "Route & roots" conserva il fascino della musica popolare, suonata agli angoli delle strade, il blues nella sua accezione più autentica. Una musica adatta ad accompagnare le letture del Gurdjieff di “Incontro con uomini straordinari” o il Daumal de “Il monte analogo”, perché per quanto il turco lo chiami Agrī-Dāgh (montagna del dolore), il persiano Kōh-i Nūḥ (montagna di Noè) o l’armeno Massis (creazione di Dio), la vista da Yerevan dell’Ararat alimenta il sogno di una via spirituale dove ciascuno possa diventare ciò che realmente é.