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Dave Liebman and Richie Beirach


BALLADSCAPES (Intuition) CD

Distr. IRD

Quella tra Richie Beirach e Dave Liebman è una storia di amicizia e passioni musicali condivise in quasi mezzo secolo. Passati gli anni '60 che avevano visto il pianista collaborare con pezzi da novanta come Lee Konitz, Freddy Hubbard e Stan Getz e il sassofonista partecipare ai dischi di Miles Davis e Elvin Jones, i settanta vedono i due lavorare su progetti comuni come “Looking Forward” del ’73 su Ecm o “Pendulum” live at Village Vanguard del '78. L’arrivo degli anni ottanta segna l’inizio della lunga esperienza con il supergruppo Quest per poi proseguire ancora per due decenni nella formula del duo che ancora oggi resiste, stupendoci con questo nuovo lavoro.

Dopo una vita spesa improvvisando attorno al free jazz e sviluppando un linguaggio proprio, “Balladscapes” è il primo disco interamente dedicato al tema delle ballads. La struggente melodia della siciliana di Bach che lentamente si sposta dallo spartito originale per aprirsi al dialogo intimo tra il sassofono e il pianoforte è l’inizio di un percorso che comprende riletture di autori come Fred Coots e Kurt Weill, riflettendo una New York di altri tempi, notturna e malinconica, immaginandosi una serata al bancone del Five Spot tra la Quinta e Bowery, dove vicino ad un ventilatore potevi startene ore ad ascoltare Thelonious Monk o John Coltrane.

Accanto a originali come Quest o Master of the Obvious c’è spazio per una destrutturata versione di Zingaro, classico di Antonio Carlos Jobin, dove alla sontuosa orchestrazione di Claus Ogerman si preferisce il lento incedere di un flauto, prima di arrivare a riconoscerne il tema nella parte centrale. Il cuore del disco svela una magnifica versione di Sweet Pea di Wayne Shorter tratta dal capolavoro “Super Nova” del 1969, che conserva tutta la sua grande spiritualità. Un altro grande classico è Moonlight in Vermont dove l’intensità di espressione del Sax di Liebman non ci fa sentire troppo la mancanza di Sinatra o di Ella Fitzgerald. Ma sono i quasi nove minuti dedicati a John Coltrane il punto più alto di questo “Balladscapes”, la fusione di Welcome e Expression è una lunga e profonda meditazione che ci prepara alla magnifica DL, scritta da Richie Beirach che nella scelta delle iniziali sembra essere il sentito omaggio all’amico di una vita. Il pianoforte disegna melodie a mano libera lasciando lo spazio per le avventure solistiche di Dave Liebman prima dei saluti finali affidati a Day dream, altro grande classico di Duke Ellington e Billy Strayhorn a chiudere un disco senza tempo e di grande bellezza.

 
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